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19 Luglio 2023

Francia

LINO: IL RISCALDAMENTO GLOBALE POTREBBE RIDURRE DI UN TERZO IL RACCOLTO DI QUEST

Con il mese di giugno che ha battuto i record di calore in tutto il mondo, l'industria europea del lino lancia l'allerta: i volumi delle fibre lunghe di lino potrebbero conseguentemente diminuire dal 26% al 36% nel 2023. E chiede una riflessione sull'adeguamento del settore al riscaldamento climatico globale e le sue conseguenze sulla commercializzazione della materia prima. Il comunicato diffuso il 4 luglio dall'Alliance for European Flax and Hemp (Alleanza europea del lino e della canapa - ex CELC) è insolito per l'organismo di rappresentanza, che intende così sottolineare l'importanza della questione. E questo mentre in precedenza prevaleva l'ottimismo per il raccolto in corso. La stigliatura (la fibra viene estratta dalla pianta) rispetto alla stagione precedente ha mostrato un aumento della produzione del 3,3% in Europa, con 125.264 tonnellate nel periodo da luglio 2022 ad aprile 2023. Per la stagione in corso, anche le superfici agricole dedicate al lino sono cresciute, del 2%, a 147.000 ettari (di cui l'80% in Francia). Ma il susseguirsi di periodi secchi e di piogge intense fa sì che il settore si aspetti alla fine rese che vanno dalle 3,5 alle 5,5 tonnellate di paglia (lino e steli) per ettaro, mentre in un raccolto normale si contano 6-7 tonnellate. Questa raccolta, che sarà stigliata dall’autunno, potrebbe portare a una contrazione della produzione nella prima metà del 2024. Si pone però la questione del futuro del settore di fronte al riscaldamento globale, che trasformerà la fascia costiera dalla Normandia ai Paesi Bassi, concentrando i tre quarti della produzione mondiale. Una soluzione è il “lino invernale”, che viene piantato in autunno, non in primavera. Per il momento gli sono dedicati dai 10.000 agli 11.000 ettari, il doppio rispetto allo scorso anno. “Per il 2024, il settore prevede già un aumento significativo delle superfici di lino invernale, oltre a un aumento delle superfici di lino di primavera”, indica l’Alleanza. L'organismo di rappresentanza indica inoltre che i quattro selezionatori di semi primaverili (due francesi e due olandesi) “stanno innovando per offrire nuove varietà più resistenti alle sfide climatiche”. L'istituto di ricerca Arvalis lavora dal 2009, attraverso il progetto Breedflax, per adattare le colture di lino ai cambiamenti climatici, con l'ambizione a medio termine di ottenere miglioramenti genetici della pianta. Questo adattamento stagionale e di sementi in risposta all'aumento del mercurio potrebbero alimentare tensioni sui prezzi del lino, già “storicamente alti e volatili”, ricorda il settore. La produzione più complessa della fibra potrebbe significare un orientamento maggiore ai mercati dei tessuti premium e di fascia alta. Per l'Alleanza, queste specificità della filiera del lino “richiedono di perseguire un riavvicinamento con i marchi per garantire il dialogo tra il mercato finale e l'industria per anticiparne meglio i bisogni”. Bisognerà ora attendere settembre per conoscere il bilancio quantificato della raccolta 2023, che potrebbe cristallizzare le numerose problematiche del settore. Nel 2022 sono state prodotte in Europa circa 152.000 tonnellate di fibre lunghe di lino, utilizzate nell'abbigliamento, di cui 125.000 tonnellate in Francia. Il settore europeo del lino riunisce 10.000 aziende in 16 nazioni. Il lino rappresenta lo 0,5% di tutte le fibre prodotte nel mondo. (ICE PARIGI)


Fonte notizia: YP FashionNetwork Italia 12.07.2023