Secondo i dati resi disponibili dall’AIAD (la Federazione, membro di Confindustria, delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza), le sole imprese federate impiegano, sul territorio nazionale, oltre 50.000 addetti (200.000 quelli stimati per l’intera filiera), e hanno prodotto nel 2016 un fatturato di 15,2 miliardi di euro di cui 8,5 di export.
Il comparto è caratterizzato da alta produttività del lavoro e intensità di capitale, cicli di investimento lunghi e alti livelli di spesa in ricerca e sviluppo (secondo settore in Italia, quasi 1,5 miliardi di €, pari al 12% di tutta la spesa sostenuta dalle imprese italiane in detto campo).
Il comparto occupa una posizione di primo piano nel contesto internazionale, quarto in Europa e settimo nel mondo. Accanto a Prime Contractor quali Leonardo, Fincantieri, GE Avio, Iveco e Piaggio Aerospace, la filiera nazionale è costituita nella misura dell’80% da Piccole e Medie Imprese (PMI) concentrate principalmente in cinque significativi distretti (Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania e Puglia). Si tratta di aziende con competenze di eccellenza, valorizzate anche dalla collaborazione con le grandi industrie nazionali, con i centri di ricerca e le università, che hanno valso al sistema Italia l’acquisizione di posizioni di leadership in differenti campi dell’aeronautica e dello spazio.
Negli ultimi anni, anche a seguito dei cali delle commesse pubbliche nel Paese, le PMI del comparto stanno rivolgendosi con sempre maggiore attenzione al processo di internazionalizzazione delle proprie attività verso potenziali mercati e/o committenti esteri (Thales, Boeing, Airbus).
Le aziende italiane che operano nel campo della subfornitura specializzata sono quindi fortemente interessate a entrare in contatto con i grandi assemblatori e le altre aziende produttrici di sistemi, sottosistemi, parti e componenti, per un continuo scambio di informazioni sul possibile soddisfacimento della domanda a fronte delle proprie capacità ed eccellenze.
Per questa ragione è cresciuto in maniera esponenziale l’interesse delle nostre PMI verso la partecipazione alle Business Convention (Aeromart, Aerospace & Defence Meetings), dove le aziende della subfornitura ricevono presso piccoli stands i loro potenziali clienti, nel rispetto di un programma di incontri pre-determinato già nel mese che precede l’evento.
Il mercato mondiale dell’aerospazio sembra vivere una congiuntura estremamente positiva con ordini e consegne record da parte dei grandi assemblatori in molti segmenti di mercato, ordini che sembrano poter garantire ottimistiche previsioni almeno per i prossimi 20 anni. Secondo un recente studio di Deloitte, autorevole analista di mercati e di previsioni economiche, sono infatti previste nei prossimi anni crescite annue medie nel trasporto passeggeri e merci del 4,5%. In forte crescita risultano la regione dell’Asia/Pacifico e i mercati emergenti in generale (Cina, ecc). Secondo un altro autorevole analista quale Moody’s le consegne di aeroplani civili dovrebbero aumentare complessivamente del 10% nel 2018.
Questi dati sembrano portare forte ottimismo ma, al tempo stesso, impongono uno sforzo dell’intera supply chain dell’industria aerospaziale per rispondere adeguatamente alla crescita dei mercati sopra prospettata mantenendo le performances di qualità, tempi di consegna e costi in un mercato con nuovi attori e dove vi saranno cambiamenti imposti dalle sfide ambientali, la rivoluzione digitale e l’emergenza di nuovi usi.
I nuovi aerei dovranno, infatti, essere sempre più ecologici e parsimoniosi nel consumo di carburante per ridurre i danni all’ambiente e, al tempo stesso, soddisfare le nuove aspettative in termini di servizi dei passeggeri e tener conto dello sviluppo delle infrastrutture aeroportuali. Un mercato di grandi prospettive, quindi, ma dove le imprese della subfornitura più qualificata dovranno cercare di salire le posizioni nella scala della supply chain e, se possibile, creare, attraverso alleanze e accordi, supply chain verticali per proporsi quali fornitori di primo livello.
Buone prospettive anche per il comparto della difesa dove la contrazione delle spese militari degli ultimi anni nel quadro di una riduzione generale della spesa pubblica per via della difficile congiuntura economica mondiale, sembra venir meno per effetto di nuove tensioni internazionali (Corea, Medio Oriente) e per la necessità di investire sempre di più in sistemi di sicurezza e di controllo del territorio, contro le minacce anche all’interno dei Paesi. La spesa globale della difesa dovrebbe aumentare del 3/5 % complessivamente secondo Moody’s.
Lo spazio sta diventando infine sempre più teatro di nuovi utilizzi commerciali e sperimentazioni (laboratori in assenza di gravità) con grande sviluppo di satelliti di dimensioni sempre più piccoli e dai costi sempre più contenuti anche in termini di energia motrice (anche elettrica).Cresce in maniera esponenziale l’interesse, specialmente dei Paesi in via di sviluppo, per il controllo del territorio, anche per la prevenzione e gestione degli effetti dei cataclismi ed altri eventi naturali, della deforestazione, cambiamenti climatici, esame dello stato della salute delle terre coltivabili, etc..Ciò comporta inevitabilmente un incremento enorme nel numero di satelliti attualmente in orbita e una attenzione crescente al recupero di quelli alla fine del proprio ciclo di vita.